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Domus

PONTI


Ponti.

Sì, voglio parlare, ancora una volta, di Ponti. E voglio domandarmi perché i ponti più belli cadono.

Qualche anno fa sono rimasto scioccato dal collasso che ha interessato in bellissimo Ponte Morandi, sul fiume Polcevera, a Genova.

Ho sempre sostenuto e tuttora sostengo che anche le Strutture di Ingegneria (Ponti, Viadotti, Gallerie o altro), come per ogni essere umano, abbiano una nascita (Concepimento progettuale), una vita ed una morte.

A)- Il Ponte Morandi.

In questo caso, sono convinto che sarebbe stato opportuno ipotizzare l'espletamento di tutte le iniziative tecnologiche che dovevano portare alla conservazione del Ponte Morandi con il rifacimento della parte crollata e l’adeguamento di quelle parti, da molto tempo accertate come fatiscenti e degradate. Magari con una rimodulazione, verso il basso, della destinazione d'uso e con la realizzazione di un nuovo tratto autostradale.

La scelta di demolire tutta la struttura del Morandi mi ha lasciato in una condizione di sconcerto. E la soluzione a travata, adottata per la ricostruzione del ponte, nonostante le dichiarazioni degli interessati, a mio parere, è, semplicemente, monotona, insignificante. Né, tantomeno, l'ipotesi, che spero non venga realizzata, di porre in opera, sull'impalcato, tanti pali, con fari, quante sono state le vittime del crollo, mi sembra possa migliorare l'estetica della struttura.

L'eleganza, lo style, del Ponte Morandi già elementi caratterizzanti del tessuto urbano di Genova sono scomparsi con la nuova opera che riporta la Città in un uggioso anonimato.

La struttura metallica carenata dell'impalcato è stata da poco completata con il varo dell'ultima campata. L'asta viaria è di fondamentale importanza per la Città, quindi è stato un bene, una volta fatta la scelta progettuale, provvedere alla immediata ricostruzione.

Questo non toglie la necessità di esprimere alcune riflessioni su questa opera. In sintesi:

1)- Estetica.

Il ponte è stato progettato con una soluzione a travata lineare. Le pile sono in calcestruzzo armato normale, gettato in opera, poggianti su pali di fondazione di grande diametro. L'Impalcato è in acciaio con piano viario in cls armato. L'acciaio non è materiale che ben si adatta alle forme curve (Carenatura lato intradosso). L'uso di forme curve porta in sè sia problemi di natura economica (I costi sono molto elevati. E' molto complesso deformare piastre di forte spessore, secondo curvature anche diverse da quelle circolari) e di natura statica (La forma non consente un ottimale sfruttamento dell'area posta nella posizione più lontana dall'asse neutro).

Insomma, tutte le scuole di Ingegneria insegnano che l’acciaio non è il materiale idoneo per sezioni curve (Prof Danieli, …, docet). Con semplice o doppia curvatura. Inoltre, la forma curva, di per se, è portatrice di possibili fenomeni di instabilità locale che potrebbero essere dannosi per la sicurezza complessiva dell'opera;

2)- Schema statico dell'opera.

Dalla documentazione esistente in rete e dalle foto esaminate, sembrerebbe di capire che si è in presenza di una trave continua appoggiata sulle pile. Con o senza la realizzazione di giunti tecnici per sopperire alle deformazioni lineari (Dovuti a dilatazione termica, carichi, sisma, ecc). Se queste ipotesi son vere (E sembrano verosimili) la domanda che sorge spontanea è quella di come e dove sono stati predisposti i vincoli a carrello che consentono gli spostamenti longitudinali dell'impalcato. L'assenza di un pulvino in cima alle pile (Certamente per motivazione estetica) scarta l'ipotesi di adozione di un adeguato sistema di dilatazione. Se sulle sommità delle pile è stato previsto un solo e semplice vincolo a cerniera (Con la sola possibilità di far ruotare la sezione, senza che essa possa, anche, scorrere nelle due direzioni) sorge la domanda di come possa essere stato affrontato e risolto il problema delle spinte orizzontali sulle pile (Per dilatazione termica, Azione sismica ed altro). Tenendo presente che l'altezza delle Pile sembra mal conciliarsi con la ridotta sezione e la forma della sezione, non particolarmente robusta nelle due direzioni ortogonali.

B)- Il Ponte di ALBIANO MAGRA.

Il giorno 08 Aprile 2020, verso le ore 10.50, sono rimasto, ancora una volta, senza parole vedendo le immagini del bel Ponte ad Arco, sul Magra, ad Albiano Magra (Comune di Aulla (MS)).

Premesso che i Ponti sono delle strutture che hanno, sempre, intrigato ogni Ingegnere. Quelli ad Arco, poi, oltre ad essere molto eleganti per la loro forma, sono particolarmente indicati, in determinati ambiti, per la loro peculiarità nel trasferire le sollecitazioni esterne (Carichi verticali, orizzontali, fissi e variabili) dall'impalcato al terreno di fondazione.

I Romani hanno fatto un uso diffuso, in tutto l'Impero, dei ponti ad Arco. Ponti che continuano ad esercitare la loro funzione anche attualmente.

Leonardo da Vinci, Genio per eccellenza nei vari campi dell'Ingegneria e dell'Architettura, parlando a proposito, disse che "l'Arco non è altro che una fortezza causata da due debolezze". Volendo dire che se il Progettista riesce a fare in modo che nella struttura portante la sollecitazione prevalente sia di natura assiale (Compressione), allora con due semplici archi, di per se privi di capacità resistente, riuscirà ad ottenere una struttura molto resistente (Una fortezza). Diciamo, allora, che la struttura ha un comportamento virtuoso, anche, per forma.

Il problema sta nel fatto, allora come ora, nel riuscire a fare in modo che ci sia questo speciale incanalamento delle sollecitazioni. Ossia, che, nelle varie sezioni dell'arco, ci sia lo sforzo di compressione, il più possibile centrato nella sezione, prevalente sugli altri sforzi e compatibile, dal punto di vista della resistenza e della deformabilità, con la sezione stessa, al fine di evitare possibili fenomeni di instabilità locale. E tanto più l'arco è a sesto ribassato tanto più sono presenti forti sollecitazioni flessionali e minori sollecitazioni a compressione assiale.

Il Ponte di Albiano Magra, crollato totalmente con effetto domino, la mattina del giorno 08/04/2020, in piena fase di confinamento per il Covid-19, era un bellissimo Ponte ad Arco, a via superiore, a sesto ribassato (Quindi, con forte spinta orizzontale all’imposta), con schema statico ad arco a tre cerniere (Posizionate in Chiave ed alle imposte). Il Progettista, nel periodo post-bellico, ha concepito tale soluzione che prevedeva, semplicemente, la compensazione delle spinte orizzontali che nascevano all’imposta di arcate adiacenti, in corrispondenza della sommità delle pile. Tale ipotesi ha portato alla necessità di realizzare, in contemporanea, la casseratura di tutti gli archi, la preparazione ed il getto del cls di tutte le arcate. Tutte le pile (Realizzate, nel 1908, con una soluzione a cassone) erano le stesse che reggevano il precedente ponte minato e bombardato dai Tedeschi durante la loro ritirata della seconda Guerra Mondiale. Esse erano nell'ambito dell'alveo del fiume Magra.

Faccio rimando ad altri miei precedenti post sulle motivazioni che hanno portato:

- alla mancata previsione del crollo da parte dei tecnici ANAS;

- alla crisi di una pila, del crollo di una arcata e l’effetto domino successivo che ha portato in alveo il Ponte per tutta la lunghezza;

- alla ipotesi di ricostruzione di un ponte provvisorio in alveo, fatta dall'ANAS ed alla mia contrarietà per detta soluzione;

- alla mia ipotesi di realizzazione di rampe per la fornitura di un sistema alternativo di viabilità locale in attesa della ricostruzione del ponte;

- alle procedure semplificate per la progettazione, l'approvazione e l'avvio della ricostruzione del ponte.

Ed allora perché riparlare di ponti e di quel Ponte?

La risposta sta in una serie di notizie in parte condivisibili ed in parte assolutamente non condivisibili che hanno coinvolto il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti (Paola De Micheli), il Sindaco di Aulla (Roberto Valettini), alcuni Parlamentari (Cosimo Ferri; Martina Nardi; …) che di seguito riporto in modo conciso.

a)- Crollo del Ponte per frana.

Il crollo del ponte ha trovato scaturigine in una pila posta in alveo. Tutte le pile erano in alveo del fiume Magra, in una zona sostanzialmente pianeggiante, e negli alvei dei fiumi, di norma, come nel caso d'interesse, non ci sono frane, ma ci sono soltanto le perturbazioni sui suoli interessati provenienti dalle acque. L'erosione parziale dello spondale in six idraulica, dovuta alla assenza totale di interventi di riprofilatura e sistemazione idraulica potrebbe essere riferita alla spalla, in six idraulica, del ponte non alla pila in alveo.

Non ha alcun significato dire che il ponte è crollato per la frana che ha interessato una pila;

b)- Crollo del Ponte per una aggiuntiva soletta.

Sul Ponte circa 30 (Trenta) anni fa, come ben noto a tutti, è stata realizzata una nuova, aggiuntiva, soletta di impalcato in calcestruzzo armato normale, con, per, una maggiore larghezza della sede viaria.

Tale circostanza, senza alcun dubbio ha sì comportato un incremento, non importante, dei carichi permanenti agenti sulle arcate e quindi sulle pile, ma tale azione è stata applicata molto tempo fa, senza che il Ponte e le Pile avessero mai manifestato alcuna criticità, come quelle reiteratamente denunciate dal Comune di Aulla, all'Anas, con richiesta di intervento urgente dalla meta dell’anno 2019. Con l’intervento dei tecnici Anas che hanno assicurato e dichiarato che il ponte era in buone condizioni di salute statica.

E' appena il caso di precisare che il valore del carico utile (Camion agenti sul ponte) previsto dal Progettista, dopo la seconda Guerra Mondiale, era molto più piccolo del valore del carico attualmente circolante.

Anche questa argomentazione non può che essere classificata come giustificativa delle inadempienze e delle incapacità di qualcuno;

c)- Costruzione di un ponte provvisorio.

L'ANAS, da tempo, ha comunicato, ai Comuni interessati e messo in rete sul proprio sito ufficiale, di aver elaborato un progetto esecutivo (?) per un ponte provvisorio necessario per l'attraversamento del fiume Magra, in attesa della costruzione del nuovo ponte.

Per la realizzazione di tale ponte provvisorio si sarebbe fatto ricorso a tubi in acciaio zincato corrugato, con elementi da imbullonare in cantiere, ecc. Tale soluzione è stata dal sottoscritto contestata, anche sullo stesso sito di ANAS Spa, dal punto di vista finanziario e da quello tecnico (Con una serie di argomentazioni). L'ANAS ha informato dell'intenzione di andare avanti, comunicando l'effettuazione di specifici sopralluoghi con le imprese già incaricate per la realizzazione dei lavori, per detto ponte provvisorio.

Il Sindaco di Aulla, pur avendo comunicato all'ANAS ed in rete la sua contrarietà al ponte provvisorio (Con le mie argomentazioni, sopra ed altrove riportate), dopo aver nettamente suggerito la soluzione alternativa della/e rampa/e, da me suggerita anche ad ANAS, si è adeguato alla decisione dei vertici Anas;

d)- Procedura veloce per approvazione progetto ed immediata costruzione del nuovo ponte.

Varie volte, ho proposto di seguire anche in questo caso (Come in tutti gli altri casi a seguire, in futuro) la procedura rapida per l'approvazione del progetto e per l'immediata cantierizzazione dell'opera, Così come è stato fatto col crollato Ponte Morandi a Genova. La realizzazione del ponte provvisorio avrebbe comportato, a mio parere, tempi biblici per la definitiva costruzione dell'opera.

Tutto ciò stante, in data 06/05/2020, due giorni fa, in Commissione Trasporti ed Ambiente della Camera dei Deputati, sono emerse delle contrarietà alle suddette scelte fatte dall'ANAS.

E' stato affermato quanto segue:

- Ponte Provvisorio. Inutilità dell'opera e spesa non trascurabile per la realizzazione del ponte provvisorio.

Non è stata richiamata la potenzialità di rischio sull’ipotizzato ponte provvisorio per effetto delle possibili piene alluvionali del Magra;

- Rampe.

Possibilità di realizzare delle rampe presso le vicine autostrade al fine di realizzare un circuito viario provvisorio per il traffico locale;

- Commissario delegato del Governo per la realizzazione dell'opera.

E' stata prevista una delega a favore del Presidente della Regione Toscana (Rossi). A mio parere sarebbe stato più opportuno delegare per tale incarico il Sindaco di Aulla, il quale sin dall'inizio ha messo la sua faccia davanti agli schermi delle TV per denunciare le inadempienze e le scarse professionalità della società di gestione.

Tutto ciò mi fa pensare che protestare, qualche volta, porta dei risultati, anche in un paese gessato come l'Italia.

Ma, questo modus operandi pubblico è il migliore tra quelli possibili? E, l'Italia non ha diritto di chiedere ai suoi rappresentanti qualcosa di meglio?

Dott. Ing. Domenico MUSOLINO

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