In giro per l’Italia, spesso, mi capita di lanciare lo sguardo (Sarà una questione di deformazione professionale) su opere iniziate e da anni abbandonate a sé stesse. Incompiute. Se tali opere si trovano in luoghi isolati, lontani da centri abitati o da vie di transito, quasi mi faccio una giustificazione e mi sforzo di pensare ad altro. Se invece si trovano su siti ove transitano persone mi assale una tristezza incredibile, pensando a cosa può pensare un turista, uno straniero, un animo gentile davanti allo sciupio di denaro pubblico.
E, tanto la zona interessata è povera economicamente e culturalmente tanto più è frequente la presenza di “incompiute”. Incompiute per le quali nessuno sembra interessato ad intervenire per il loro completamento o per cercare di capire e risolvere le problematiche che hanno portato a quella situazione. Situazione che, stante l’assenza della possibilità d’uso, da parte del Cittadino, implica lo sperpero di denaro pubblico, per il quale, teoricamente, qualcuno dovrebbe rendere conto.
Dal punto di vista teorico in questi casi dovrebbe intervenire la Corte dei Conti del posto, al fine di cercare le responsabilità ed applicare delle pene pecuniarie a carico dei responsabili. Ma questo è un percorso che raramente è seguito da chi di dovere. Spesso le nostre strutture istituzionali, anche davanti a circostanze del genere, preferiscono non entrare in merito. Magari per un vizio di forma.
E, allora, continuiamo a guardare le innumerevoli opere incompiute, immaginando un portafoglio aperto che si vede portare via dal vento le banconote in esso custodite. Con le tante opere autostradali (Sovrappassi autostradali; Strade senza uscita; Ponti senza rampe di accesso; …), edilizie, sportive, ecc., che, mute, sbigottite, ci stanno a guardare.
Foto sovrappasso autostradale.
Studio DOMUS Ingegneria
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