La normativa vigente sui lavori pubblici, da qualche tempo, ha introdotto il meccanismo delle gare, già applicato con le imprese, anche per l'affidamento degli incarichi professionali (Progetto, Direzione lavori, Collaudo, Sicurezza). La normativa prevede e privilegia, anche per gli incarichi professionali, l'esperienza dei lavori analoghi eseguiti e, di più, la valenza economica. In sintesi, se voglio aggiudicarmi la progettazione di un'opera devo presentare un ribasso sulle competenze previste superiore agli altri candidati. L'aggiudicazione al massimo ribasso, come ho già detto parlando dell'appalto di opere pubbliche, ha generato una spirale perversa che ha costretto noi Liberi Professionisti, al fine di sopravvivere in un mercato asfittico, come quello attuale, ad offrire sconti sulle competenze umanamente inconcepibili. Impossibili secondo logica. Ribassi che portano in nuce una delle contraddizioni più terribili del sistema adottato.
Come si fa ad offrire un ribasso d'asta professionale che porta il professionista non solo a non guadagnare (Legalmente), ma addirittura a rimetterci del suo?
A mio parere e per il bene pubblico gli affidamenti professionali non dovrebbero essere assegnati quando il ribasso è superiore ad un ragionevole limite massimo (Per me pari a circa il 10% della tariffa). Le offerte con ribasso superiore a tale limite (Ragionevole), specialmente per le opere di una certa importanza strutturale e sociale, devono essere respinte dalla Stazione Appaltante (SA). L'accettazione di offerte con ribassi elevati (A Pisa è stato affidato, recentemente, l'incarico per la realizzazione di lavori su un importante ponte stradale con un ribasso prossimo al 50%!) non deve essere consentita dalle SA. L'accettazione di tali offerte, assurdamente anomale, rappresenta, a mio parere e di tanti altri che conoscono i meccanismi degli appalti pubblici, l'anticamera o della scarsa professionalità o della corruzione.
Ma a monte di questo aspetto il Professionista, spesso, si trova davanti a circostanze ancora più tristi e misere. Sono quelle legate all'affidamento dell'incarico professionale. Il professionista dopo aver scovato la SA che pubblica (In modo più o meno lineare) il bando per l'incarico professionale, appronta la documentazione richiesta (Non sempre esposta e richiamata in modo semplice e chiaro. E, ciò, per colpa o per dolo) e partecipa alla gara; sperando nella correttezza dei soggetti preposti all'espletamento della gara stessa.
L'espletamento della gara per l'affidamento dell'incarico professionale segue, spesso, percorsi piuttosto discutibili, come quello dell'esempio sotto riportato.
-Un Ente Pubblico (Comune di M...), col circuito MEPA, nel Giugno 2019 ha predisposto la determina per un affidamento professionale. Alla gara hanno partecipato n.19 operatori, di cui n.5 con sede nella stessa zona (Provincia) della SA e n.14 da tante parti d'Italia. Tutti erano in possesso dei requisiti richiesti. Nel mese di Luglio 2019, è stata fatta l'assegnazione di un numero ad ogni candidato (Secondo il D. Lgs. n.50/2016, art. 53, comma 2, lett. b) e, successivamente, sono stati estratti n.5 nominativi fra i 19 richiedenti. La coincidenza (Il fato) ha voluto che ad essere estratti siano stati i 5 candidati della stessa zona della SA. Nel mese di Agosto 2019 i selezionati sono stati invitati a presentare offerta (Tramite la piattaforma MEPA). Alla gara è arrivata una sola offerta valida e l'aggiudicazione è stata fatta, naturalmente, a favore dell'unico offerente, col ribasso del 2,20%. “Le operazioni di gara si sono svolte nel rispetto della normativa vigente in materia e sono pertanto regolari”, recita il rappresentante della Stazione Appaltante.
Ma, mi domando e dico, non sarebbe stato più semplice procedere all'assegnazione dell'incarico senza queste messe in scena che hanno la sola funzione di mostrare al mondo degli sprovveduti una verginità inesistente?
Studio DOMUS Ingegneria
#ingegneria #appaltipubblici
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