Foto n.1. Vista dal lato mare Ponte Trieste. Tre costole ad arco solidarizzate in modo discreto in zona reni e nella zona chiave presso l’Impalcato. Costole con sezione rastremata all’imposta. Impalcato con travi a sbalzo (Ali) a sostegno travicella appoggiata. Pile in calcestruzzo. Stato fessurativo costola?
Foto n.2. Vista dal lato Mare, dall’alto in six idraulica Ponte Trieste. Costole-Stampelle, ad arco di parabola, danzanti in una piccola valle nella parte alta di Massa. Prima campata ad arco: - Notare la diversa cromaticità del cls sulla costola all’attacco dell’ala, lato strada; - Notare l’esistenza di una traccia di deformazione sulla stessa costola, lato sinistro; - Notare le copiose tracce di acqua meteorica che dalle selle delle Gerber scendono lungo le costole fino alle pile; - Notare la delicatezza delle zampette e di contro la rigidità della zona posta al di sopra del cordolo di collegamento delle costole.
Foto n.3. Vista dal lato mare Ponte Trieste. Costola in calcestruzzo armato con stato fessurativo all’attacco dell’ala sull’arco (Con la trave di impalcato). N.B.: - Giunti di dilatazione della piccola trave appoggiata non adeguatamente eseguiti; - Acqua meteorica del piano viario non adeguatamente raccolta e smaltita; - Calcestruzzo della mensola marciapiede da testare.
IL PONTE CON LE ALI
TRE COSTOLE PER IL PONTE TRIESTE A MASSA
Ponti Tristi.
Senza alcun spirito polemico, senza alcuna intenzione di generare allarmismo nella popolazione locale, anche in seguito al collasso di alcuni Ponti famosi, da qualche tempo parlo dei Ponti tristi, ossia dei Ponti con problematiche strutturali, reali, ipotizzate o presunte tali, ho ipotizzato questa riflessione. Ed altre seguiranno sull’argomento. La nota espone i fatti, con l’ausilio della documentazione fotografica esistente, ed espone commenti e considerazioni di natura strutturale e tecnologica.
Il Ponte Trieste, a Massa.
Questo Ponte, mi piace proprio tanto. È veramente originale. È diverso dal solito. Appena visto mi ha fatto pensare ai comici che fanno divertire i bambini spostandosi sui trampoli. Trampoli (Parte bassa delle costole; in prossimità delle imposte) ed ali (Parti a sbalzo lungo l’impalcato) che danno un senso di leggerezza, di movimento che, in effetti, il Ponte ha, e che trasferisce a chi lo guarda. Certamente tale sensazione diventa realtà quando a percorrerlo sono auto veloci o camion pensanti. In questo caso le zampette diventano più elastiche, più ballerine, assicurando qualche perturbazione maggiore della norma. Ed il senso di leggerezza, di gaiezza, un po’ scompare per chi lo attraversa, in certi momenti, lasciando negli utenti un senso di sconcerto e di preoccupazione.
È un Ponte in calcestruzzo armato normale, situato nella parte posta a monte del Centro di Massa. È stato costruito dopo la seconda guerra mondiale. La sua inaugurazione è avvenuta il 15/11/1953, dopo alterne vicende, attivate vari anni prima. È un Ponte, con elementi ad arco, dotato di elevata rigidezza flessionale nella parte alta, prossima all’impalcato, e con scarsissima rigidezza sia flessionale, sia torsionale, sia assiale, nella parte prossima alla sezione d’imposta. Nella parte tra l’imposta ed il traverso di collegamento delle costole.
La rastremazione della sezione degli archi (Costole) dalla zona Reni alla zona Imposta è stata, certamente, ricercata sia al fine di ottenere all’imposta un vincolo del tipo cerniera (Ossia, in quel punto, la sezione può ruotare, ma non può spostarsi), sia per motivazioni di ordine estetico. Il vincolo a cerniera si sarebbe potuto realizzare con un abbattimento locale della sezione, pur senza la rastremazione spinta realizzata. L’aspetto estetico non è sindacabile, ma, in ogni caso, è subordinato alla sicurezza strutturale.
Il Ponte, quindi, da molti anni svolge, più o meno egregiamente, la propria funzione. Ultimamente la Cittadinanza ha sollevato una serie di proteste sia per l’eccessivo movimento dell’impalcato, sia per la presenza, su alcuni archi, di alcune fessure nelle strutture portanti.
Parlo di questo Ponte per il fatto che dopo il collasso del Ponte di Albiano Magra una Persona mi ha parlato delle sue preoccupazioni durante l’attraversamento del nostro Ponte.
DATI TECNICI.
Ponte costituito da tre travi (Costole), ad Arco (Sembra parabolico), in calcestruzzo armato normale, a due campate oltre delle piccole campate costituite da piccole travi appoggiate a degli sbalzi (Ali) derivati dall’arco stesso e dalle travi d’impalcato, a via superiore. Il Ponte stradale ospita due corsie, per i due sensi di marcia. Si presenta con un robusto impalcato, interno alle due costole laterali, e con due modesti sbalzi in cls armato lungo i lati longitudinali. Il Ponte scavalca il fiume Frigido (Lungo 17 km. Un modesto corso d’acqua che d’estate acquista una caratteristica quasi torrentizia, ma durante il periodo delle piogge si presenta con una portata elevata) che, dopo aver attraversato l’abitato di Massa, si butta nel vicino Mar Tirreno.
Dal punto di vista strutturale, ogni campata (Distanza fra due pile adiacenti), è costituita da: - tre archi, quasi a tutto sesto, collegati fra loro da un traverso orizzontale posto nella zona reni; - tre travi d’impalcato che si presentano, nelle zone lontane alla chiave, con degli sbalzi, destinati ad ospitare una piccola trave appoggiata. Nella parte centrale queste travi sono amalgamate con gli archi portanti; - soletta in cls armato. La singola campata del Ponte si presenta con tre Costole (Archi a tutto sesto) poggianti su Pile (Che non evidenziano particolari problemi di resistenza), in cls armato, poco sporgenti dall’alveo (O area libera o piano di campagna). Con due spalle, sostenute dai terrapieni adiacenti, per la parti d’estremità.
La tipologia dell’arco porta, in nuce, una spinta orizzontale non molto importante, a cui la pila sembra in condizioni di offrire il giusto ristoro. Le Costole ad Arco munite di tese a cappello (Impalcato) sono a sezione rettangolare, con spessore (Molto esile) costante ed altezza variabile (Da un minimo di pochi decimetri all’imposta ad un massimo di circa due metri presso la zona di innesto con le travi d’impalcato. Il Ponte, nel suo complesso mostra l’assenza di un adeguato sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche d’impalcato. Dette acque percolando sulle strutture portanti hanno comportato delle locali condizioni di degrado del cls. Alcune delle Costole ad Arco, da qualche tempo, si presentano con delle fessure poste nella zona di attacco dell’ala alla trave d’impalcato. Tale stato deformativo, come si evince dalla diversa cromaticità della faccia in cls, evidentemente, è stato oggetto di attenzione senza pervenire con successo alla soluzione definitiva. In presenza di forti carichi parziali sull’impalcato, in quella sezione di attacco (Costola e trave d’impalcato) si scaricano importanti sollecitazioni flessionali e di taglio che non hanno trovato adeguata accoglienza nella sezione e nell’armatura ivi esistente.
Le parti estreme delle Costole, prossime alle pile, aventi modestissima sezione, si presentano col cls localmente degradato. Le condizioni di manutenzione del Ponte non appaiono adeguate alle esigenze. È evidente la necessità di approntare un adeguato sistema per la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche. Le mensole (Che reggono i piccoli marciapiedi) si presentano, in non perfette condizioni statiche. Le pile e le spalle non sembrano mostrare cenni di dissesto. Le problematiche lamentate dai cittadini non sono che da far risalire alle campate del ponte. È da escludere, per il momento, l’ipotesi di rischio di sprofondamento, seppur modesto, verticale o inclinato della Pila in alveo. Molti elementi significativi spingono in questa direzione, pur in presenza della necessità di ulteriori raffinati riscontri tecnici in sito. I Giunti di dilatazione sembrano, di fatto, inesistenti.
Schema statico del Ponte Trieste. Questo ponte si presenta con uno schema statico del tipo Arco a due cerniere (Con un grado di vincolo in più rispetto alle condizioni di isostaticità. La documentazione fotografica allegata mostra delle criticità che, secondo la società di gestione della strada, sono in fase di risoluzione. È appena il caso di notare, come si vede dalle fotografie sopra riportate, che il Ponte, nelle zone d’attacco dell’ala alla costola, certamente, è stato sottoposto ad una azione di manutenzione al calcestruzzo strutturale. Sarà necessario accertare, con indagini mirate, il comportamento del calcestruzzo armato nella sezione di attacco sopra indicata (Attacco Ala-costola) in corrispondenza del transito dei mezzi carrai, anche pesanti e a velocità sostenuta. La considerazione fatta dalla società di gestione della strada, che fa rimando ad uno stato fessurativo interessante semplicemente lo strato d’intonaco appare del tutto privo di supporto tecnico. Il Ponte Trieste, pur senza necessarie ed approfondite indagini, sembra presentarsi in non perfette condizioni di sicurezza. Le eccessive deformazioni lamentate recentemente dovrebbero trovare le giuste attenzioni da parte dell’ufficio preposto alla gestione della strada. Con le osservazioni ed i suggerimenti di seguito riportati.
L’Impalcato del Ponte stradale, con livelletta praticamente orizzontale, si presenta con due sbalzi (Mensole), in calcestruzzo armato normale, incastrate alle travi di bordo. Il calcestruzzo strutturale, se si esclude lo stato di sofferenza nelle zone d’attacco tra ala e costola, si presenta in normali condizioni di manutenzione. Solo localmente sono presenti significative soluzioni di degrado. Qualche tempo fa è stato realizzato un intervento locale di ripristino del calcestruzzo ammalorato. Altro intervento, non noto nei dettagli e nelle tipologie delle attività, sarebbe stato programmato dalla società di gestione, anche al fine di risolvere le preoccupazioni degli utenti. Lamentele che, in ogni caso, hanno portato alla chiusura di una delle due corsie stradali. Col conseguente uso del ponte a senso unico alternato.
CONSIDERAZIONI E COMMENTI.
1)- Si può ipotizzare il collasso del Ponte Trieste? A mio parere esistono, seppur limitate, condizioni per ipotizzare, anche su questo Ponte, un collasso strutturale se si introducono adeguate soluzioni ai problemi evidenziati. La stessa chiusura parziale (Al 50%) della viabilità carraia del ponte conferma le preoccupazioni sorte nell’ambito dell’ufficio tecnico preposto alla gestione dell’opera. I problemi statici, a mio parere, sono presenti presso le sedie Gerber e, principalmente, presso le costole ad arco. All’imposta ed all’attacco delle ali. Le Pile e le Spalle non mostrano, per quanto ho potuto accertare, problematiche statiche. Prima della riapertura al normale traffico carraio, a mio parere, sarebbe opportuno monitorare, anche solo per un tempo parziale limitato, il comportamento di quelle due zone delle costole potenzialmente in sofferenza. Per dette sezioni (Imposta; Attacco Ala) è necessario, dopo aver accertato il reale stato del calcestruzzo, esaminare il comportamento dal punto di vista della Resistenza e dal punto di vista della Deformazione. La sezione di attacco Ala-Costola sembra quella più bisognosa di cure. L’evidenza deformativa appalesa uno stato di sofferenza per sollecitazioni che potrebbero essere di natura flessionale (Carichi statici e dinamici sulla metà opposta dell’impalcato e dell’ala) e di natura tagliante. La reazione alle variabili azioni esterne ci potrebbe dare ulteriori chiarimenti a proposito. La sezione all’Imposta, localmente interessata dall’azione aggressiva delle acque meteoriche percolanti dall’impalcato, è coinvolta nel meccanismo di trasferimento delle spinte orizzontale e verticale. L’azione di flessione, variabile ed elevata nella parte che va dalla chiave alle reni è costretta ad annullarsi all’imposta. Lo sforzo normale, invece, è molto importante all’imposta. È necessario sottolineare, inoltre, ma non di minore importanza, che il primo tratto della costola, quello che va dall’imposta alle reni, essendo di sezione relativamente sottile ed essendo soggetto ad un forte carico assiale, non può che essere influenzato da fenomeni di instabilità locale (È il classico fenomeno di Eulero, comunemente detto del “Carico di Punta”). Tale circostanza, come noto a tutti i Progettisti, rappresenta un vero e proprio Tallone di Achille, spesso trascurato o erroneamente affrontato. Per i miei lettori non addetti ai lavori è il classico caso che si riscontra quando con un dito sottoponiamo a compressione (Sforzo normale) il lungo bastoncino in legno bagnato da profumo. In seguito alla compressione il bastoncino inizialmente si imbarca deformandosi vistosamente e se togliamo l’azione esso torna nella posizione diritta iniziale. Fintanto ché sollecitiamo il bastoncino con una forza assiale che non supera un certo limite esso si deforma, balla, ma, poi, se liberato dallo sforzo torna nella posizione originaria. Magari con piccole deformazioni anelastiche. Se, invece, spingiamo il carico assiale oltre un certo limite il bastoncino prima si deforma vistosamente e poi si spezza. Collassa. Il comportamento delle “Zampette” del nostro ponte con le ali hanno un comportamento di questo genere.
Che fare? Attacco Ala-costola. La tecnologia attuale ci consente di ottenere rapidi ed affidabili incrementi della capacità portante di quella sezione, sia con riferimento allo sforzo di Taglio, con riguardo all’azione Flettente innescata dai carichi sull’ala e sull’impalcato, sia con riferimento allo sforzo di Taglio. La struttura preposta alla gestione del Ponte ha sostenuto che quelle linee di deformazione all’attacco Ala-Costola siano delle semplici manifestazioni dovute al ritiro dell’intonaco applicato sulla faccia del calcestruzzo armato. La presenza di queste deformazioni, anche se solo su un ipotetico strato di intonaco (Come mai è stato applicato uno strato di intonaco? Da quanto tempo esiste? Che tipo di malta è stata utilizzata?) non può che farci riflettere sulle condizioni del sottostante calcestruzzo strutturale. Zampette all’imposta. È assolutamente necessario evitare che si sviluppino fenomeni riconducibili al “Carico di Punta” in questa parte delle costole. L’eccessiva deformazione del ponte, con molte probabilità è legata al meccanismo sopra descritto. Fuor di dubbio che per allontanarsi da questo rischio ci siano solo due opzioni. La prima consiste nell’incrementare le sezioni resistenti, come ho sopra indicato. La seconda opzione non può che essere quella di ridurre le azioni agenti sul ponte, senza trascurare l’azione di ripristino e riparazione delle zone ammalorate. Ridurre i carichi significa eliminare il transito carraio sulla carreggiata oppure ridurlo ponendo il transito ad una sola corsia, a senso unico alternato, gestito da semafori. Ed in ogni caso, al fine di abbattere per quanto possibile gli effetti dinamici, imporre una velocità di transito non superiore a 30 km/h. La soluzione, a mio parere, non può che essere ricercata nel rinforzo strutturale della sezione di attacco tra ala e costola e delle zampette prossime all’imposta. Naturalmente mantenendo attiva la funzione cerniera all’imposta.
2)- Sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche? È indispensabile provvedere alla realizzazione di un adeguato sistema per la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche da tutto l’impalcato del ponte. Le acque, percolando sulle strutture, con la loro azione aggressiva, non devono avere la possibilità di attaccare il calcestruzzo (L’acciaio in primis). Non è accettabile ancora accettare che le acque piovane arrivino fino all’imposta! È urgente intervenire al fine di eliminare, ridurre, attenuare, i danni potenziali. L’acqua infiltrandosi all’interno delle fessure e delle micro-fessure rappresenta un fortissimo grimaldello che può portare al collasso tutte le strutture in calcestruzzo armato. Questo principio sacrosanto, noto a tutti gli addetti ai lavori, e non solo, purtroppo non è considerato col giusto livello di importanza.
3)- Giunti tecnici e Sella Gerber del Ponte Trieste? A mio parere è necessario provvedere, senza ulteriore attesa, alla posa in opera di adeguata soluzione tecnologica ai giunti tecnici di dilatazione che sono stati previsti sull’impalcato presso le selle Gerber. Selle Gerber che, in alcuni punti, hanno bisogno di cure non più rimandabili.
Domenico MUSOLINO
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