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DURC: CHE FARE?

DURC: CHE FARE? APPALTI - INCARICHI PROFESSIONALI

In molti, in quest'ultimo periodo, mi hanno fatto sapere, in modo diretto o indiretto, di condividere quanto ho affermato con la famosa nota, diffusa in rete, da me chiamata "Il paradosso del DURC". Con essa ho contestato il modus operandi della normativa sui lavori pubblici (Da qualche tempo è stata estesa anche agli incarichi professionali ed a tutte le transazioni delle "Partite IVA" con la Pubblica Amministrazione (PA)).

Un amico, la settimana scorsa, di contro, mi ha fatto notare che è facile contestare, ma che è doveroso e costruttivo, anche, proporre soluzioni al problema del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC), al fine di rimodulare l'attuale impostazione. La mia risposta alla suddetta osservazione è riportata, implicitamente, nelle mie stesse contestazioni. Se si scarta quello ch’è sbagliato, resta quello ch’è giusto. Ad ogni modo, per evitare qualsiasi dubbio interpretativo, riporto, di seguito, il più logico percorso che, a mio parere, dovrebbe fare la PA in queste circostanze.

L'assegnazione di un appalto deve essere effettuata secondo modalità tecniche, non certo col massimo ribasso e neanche col meccanismo previsto dall'art. 95, comma 3, lettera b), del D. Lgs. n.50/2016 e s.m.i. ("Offerta economicamente più vantaggiosa, individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo". Percorso Viscido e Perverso, mio modo di vedere. Percorso che si scontra con la necessità di fare in modo che il controllore sia, sempre, distinto dal controllato), ed, in ogni caso, scartando, categoricamente, la condizionale del DURC. Le imprese partecipino alle gare d'appalto anche senza il DURC a posto. Basta, semplicemente, che in fase di pagamento dei vari Stati di Avanzamento dei Lavori (SAL) la Stazione Appaltante (SA), trattenga le somme necessarie per pagare i contributi previdenziali ed assistenziali dovuti dall'impresa.

Lo stesso meccanismo vale, naturalmente, anche per i liberi professionisti e per tutti coloro che si trovano davanti a questo problema. Con un po' di buon senso si dà la possibilità alle imprese di operare senza intaccare il diritto degli Enti di incassare i contributi dovuti. Contributi che in caso di fallimento o in assenza di lavoro le imprese potrebbero non avere la possibilità di versare. E’ appena il caso di precisare che ad avvantaggiarsene da questa mia ipotesi di rimodulazione applicativa del DURC sarebbero, principalmente, le imprese sane; quelle imprenditorialmente capaci, ma prive di sostanziali risorse finanziarie. E così facendo sostenendo, nei fatti non con le parole, le tante piccole e medie imprese operanti da decenni nel limbo adiacente al collasso (Fallimento o Chiusura dell’attività). E, dalla crisi di una impresa lo Stato non ha alcun ché di gioirne. Nelle condizioni attuali, invece, sono favorite le imprese aventi, magari, minore capacità e … ingenti somme di denaro da impegnare. Semplicemente, con un po’ di buon senso! Niente altro. Studio DOMUS Ingegneria #durc #appaltipubblici #incarichiprofessionali

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