Foto n.1: Collasso del Ponte stradale di Albiano Magra. Mattinata del giorno 08/04/2020, ore 10.20.
Foto n.2: Vista del Ponte stradale di Albiano Magra, Aulla (MS). Prima del collasso del giorno 08/04/2020. Sul lato destro della foto c’è una pila, in muratura, in alveo. Notare la sezione dell’arco.
Foto n.3: Armatura generale in Vista del Ponte stradale di Albiano Magra, Aulla (MS). N.B.: 1) Le armature a croce (X) evidenziano la presenza, in chiave e all’imposta, di cerniere; 2) Sul lato destro della foto c’è una pila, in muratura, in alveo. Da essa parte un altro arco a tre cerniere; 3) La spinta orizzontale portata dall’arco è trasferita alla pila in muratura; 4) Tre esili pilastrini trasferiscono le sollecitazioni ricevute dall’impalcato sull’arco e sulla pila.
Foto n.4: Pile in muratura, con soluzione pneumatica cassonata, in alveo. Fasi costruttive. Le pile realizzate con questo sistema costruttivo andrebbero ispezionate sistematicamente, da tecnici competenti, al fine di accertare la eventuale perdita di portanza dovuta all’azione aggressiva delle acque correnti. E, dove possibile, si dovrebbe provvedere alla sagomatura dell’alveo al fine di fare scorrere le acque lontano dalle pile. Altro accorgimento (Non considerato quello risolutivo che prevede la realizzazione di un sistema di pali verticali e sub-verticali, posti lungo tutto il perimetro della pila) potrebbe essere quello di posizionare intorno alla base della pila dei massi ciclopici.
Foto n.5: Il Ponte in fase di disarmo delle casseforme. Sul lato six si vede una Signora che parla con un capo operaio. Sul lato dx si vedono due Ragazzini che giocano sotto il ponte da scasserare.
PONTE Crollato ad Albiano Magra, Aulla (MS).
Durante una delle tante fredde, velate, ventilate, mattinate confinate, immerso nelle mie letture, ho ricevuto la notizia del crollo del Ponte di Albiano Magra. Le immagini e le notizie della rete mi hanno confermato la notizia. Il Ponte ad Arco, di una certa importanza locale, era al servizio di quelle comunità che si trovano a cavallo del fiume Magra, nelle zone di Massa e La Spezia.
DATI TECNICI. Anche se qualcuno, in rete, ha ipotizzato una diversa condizione di vincolo, anche come si vede dalla foto n.3, si tratta di uno schema statico ad Arco a tre cerniere. Soluzione, come ben noto agli addetti ai lavori, isostatica (Con numero minimo di vincoli per realizzare una condizione di equilibrio), come risulta immediatamente evidente dall’andamento rastremato, sempre più assottigliato man mano che ci si avvicina alle cerniere (Chiave e Imposte). Il Ponte era a via superiore, ed era sostenuto da pile in alveo (Magra). L'effetto domino è strettamente legato al tipo di collasso che ha interessato la campata collassata. Il collasso di una campata (Per instabilità della pila) ha comportato una forte spinta orizzontale non equilibrata che ha portato il crollo della campata; e, così via. I Ponti ad Arco, compreso questo d’interesse, si presentano con Spinte, più o meno importanti, all’imposta (Pila). Tale spinta è costituita da una componente verticale (In genere tranquillamente assorbita con la resistenza a compressione della sezione della pila) e da una componente orizzontale (Che deve essere assorbita da un dispositivo specifico. Ed è questa componente, molto insidiosa, che, in genere, porta in crisi i Ponti ad Arco). La Spinta Orizzontale di un arco, nel caso specifico, in corrispondenza delle pile, era controbilanciata da quella uguale ed opposta dell’arco vicino. Il Ponte stradale era costituito da cinque campate; tutte totalmente collassate, per effetto domino. Infatti, scomparsa la staticità di una pila (In alveo), la campata adiacente si è trovata con la spinta orizzontale non bilanciata sulla pila. E, quindi, in condizioni di instabilità. Dalla documentazione fotografica esaminata risulta evidente il tipo di meccanismo che ha portato al collasso l’intera struttura. Era un Ponte in calcestruzzo armato normale, costruito subito dopo la seconda Guerra Mondiale, su progetto di Arrigo Caré e Giorgio Giannelli, dell’Università di Roma. Il Ponte che in quel sito era stato realizzato nel 1908, sempre in cls normale non è la stessa opera di questa che ora è collassata. Infatti, basta dare uno sguardo alle immagini fotografiche esistenti in rete per rendersi conto, per esempio, che lo schema statico è diverso da quello del nostro Ponte. Il Ponte precedente (Minato e bombardato dai Tedeschi nel 1944) a questo ora collassato era stato progettato e realizzato nel 1908, da Attilio Muggia, docente dell’Università di Bologna.
RIFLESSIONI A CALDO - COMMENTI. Subito dopo aver visto le immagini del collasso, mi sono posto alcune domande alle quali vedrò di dare risposte, sia pur sintetiche.
1) Si poteva evitare il collasso del bel ponte di Albiano Magra, dopo gli allarmi dei Cittadini del posto? Il Sindaco di AULLA (MS) e tanti altri Cittadini, da molto tempo hanno evidenziato l’esigenza di verificare la sicurezza statica del Ponte stante la presenza di importanti stati deformativi manifestatesi lungo l’impalcato, nella zona della pila in alveo collassata. Alle reiterate proteste l’ANAS, nel Novembre 2019, dopo aver fatto fare dei sopralluoghi, ha affermato che il Ponte godeva di buona salute. Condizione di sicurezza confermata anche successivamente in seguito ad ulteriori richieste. Risulta evidente che se un ponte, come quello di Albiano Magra, dopo una lunga vita di tranquillo ed efficace funzionamento, si presenta con degli abbassamenti ed innalzamenti, pur piccoli, della sede stradale, non può che essere presente una problematica legata alle sezioni di vincolo. Ossia Chiave e Imposte. La sezione in Chiave (Posta sull’Impalcato) la si poteva ispezionare immediatamente dall’impalcato; per le sezioni di Imposta le si dovevano ispezionare andando in alveo e controllando le pile. Le Pile, in muratura, alcune perennemente in acqua, avrebbero fatto vedere, senza alcun dubbio, lo stato deformativo (Fessure) che crescendo progressivamente hanno portato il Ponte al collasso. Nel caso specifico di Albiano Magra le Pile, in muratura, sono le stesse già esistenti col precedente Ponte (Arco a sezione costante, a due cerniere). In sintesi, con un poco di maggiore professionalità si sarebbe potuto evitare il collasso del Ponte.
2) Esistono altri Ponti analoghi che corrono il rischio di collasso? Il Ponte di Albiano Magra, realizzato nella fase successiva alla seconda Guerra Mondiale (Il Ponte precedente è stato distrutto da un bombardamento aereo) è stato reiterato, anche con alcune rimodulazioni, in altri siti Toscani (Tra essi, uno nella stessa zona del collasso ed un altro nell’abitato di Pontremoli (MS)) e di altre Regioni. La cosa più logica sarebbe che i responsabili delle Società di gestione (ANAS, Province, Comuni, …) andassero ad ispezionare, attentamente, queste strutture e riscontrare eventuali segnali di rischio. Rammentando che la cosa più importante da fare, durante i sopralluoghi, è quella di andare a controllare le condizioni di vincolo interno ed esterno del Ponte. Ossia: - riscontro plano-altimetrico dell’impalcato e delle zone limitrofe; - riscontro ai giunti tecnici; - riscontro alle pile in alveo ed alle spalle. Per l’analogo Ponte ad Arco realizzato a Pontremoli (MS) mi riservo di ritornare, in seguito, con altra nota. Visto che è molto improbabile che chi di dovere faccia in modo sistematico dette indagini, invito tutti i miei quattro lettori a segnalarmi qualsiasi condizione che, a loro parere, potrebbe apparire problematica. Esamineremo insieme tutte le ipotesi proposte.
3) Il collasso del ponte di Albiano Magra è avvenuto per cedimento strutturale? Il meccanismo di collasso ipotizzato, lo studio effettuato, la documentazione fotografica esaminata, mi porta ad escludere l’ipotesi di crollo per conseguenza del decadimento del calcestruzzo armato. La crisi della pila, in muratura, in alveo, è legata alle condizioni geotecniche del sottosuolo che le ospita e, naturalmente, alla tipologia della stessa.
4) Segnali pre-collasso. Verifiche preventive dei tecnici ANAS.
Di seguito riporto domande e/o osservazioni relative ricevute sui social:
“ Giorgia Nardone a Domenico Musolino - Da quel che pare di vedere dall'unica foto credo ci sia stato un cedimento laterale della prima campata verso Albiano. Da quanto letto erano state segnalate delle vibrazioni al passaggio; inoltre le pile paiono integre. In questa ipotesi mi stupisce l'assenza di un quadro fessurativo che avrebbe dovuto manifestarsi, quanto meno, un una fessura in chiave della prima campata (e anche nella seconda), in caso di spostamento orizzontale, o al limite, in caso di cedimento verticale o semiverticale del primo appoggio, sul manto stradale della seconda pila. Se le verifiche non hanno rilevato nulla non resta che da pensare ad una rottura fragile, ma ciò contrasta con le segnalazioni di forti vibrazioni al passaggio. Troppo pochi dati per dire altro”.
Domenico Musolino a Giorgia Nardone - Io ho riportato solo qualche foto per non essere invasivo. Ho descritto il meccanismo di collasso che, a mio parere, sì è verificato e che ora vedrò di esplicitare ulteriormente. Intanto precisiamo che il problema non riguarda la resistenza del cls, ma le pile ed il meccanismo di funzionamento ideato dai Progettisti, rammento, dopo la seconda guerra mondiale. Ho, anche, esplicitamente, affermato che in fase di sopralluogo i tecnici ANAS avrebbero dovuto capire, sentire, vedere, intuire, che il problema non era da ricercare sull'impalcato, ma sulle pile (In muratura, con soluzione cassonata); o, meglio, all'imposta delle campate. Il ponte, a mio parere molto elegante, era costituito da un arco a TRE Cerniere, quindi isostatico, a via superiore. Arco a Sesto molto ribassato, quindi con spinta all'imposta molto forte. Tale spinta era costituita da una componente verticale, assorbita tranquillamente dalla pila, e da una molto importante spinta ORIZZONTALE. Spinta che si sommava algebricamente con quella, analoga, dall'arcata adiacente. Con risultante praticamente nulla. Le pile si trovano tutte in alveo, e come saprà, il fiume Magra alterna periodi di piena a periodi di quasi secca. Se ha la possibilità di vedere lo veda, una delle pile, in alveo, ha subito delle deformazioni che da tempo hanno portato aperture delle sezioni destinate ai giunti di dilatazione e sopralzo di quota di alcuni tronchi di arcata. Problematiche che hanno portato le vibrazioni di cui anche parla. La perdita di portanza di una pila ha portato alla trasformazione dello schema statico passato da una condizione di isostaticità ad uno stato di labilità. Com'è chiaro il meccanismo di collasso che ho descritto ha comportato un forte scompenso della spinta risultante orizzontale presso l'arcata adiacente e poi a quella successiva. In parole semplici, in testa alla pila era agente una sola spinta orizzontale che ha portato alla perdita delle condizioni di equilibrio delle forze agenti. La risposta alla sua domanda sulla mancata presenza di un quadro deformativo sta nel fatto che, come le dicevo, lo schema del ponte era del tipo ISOSTATICO (Arco a tre cerniere) e, quindi, nel momento che è venuto a mancare un vincolo l'arco, dopo essersi deformato, è collassato nel Magra. E da qui, come dicevo, l'effetto domino dovuto alla configurazione statica del ponte ed alla natura delle pile.
In relazione alle verifiche fatte dai tecnici ANAS mi sono pronunciato chiaramente, senza fronzoli. Ripeto, essi avrebbero dovuto capire immediatamente che c'era una condizione di grave sofferenza nel ponte. Non presso l'impalcato, ma presso le imposte degli archi e presso le pile. Ma -mi potrebbe dire - per vedere queste cose bisognava andare in alveo, nell'acqua. Sì, le rispondo. Queste verifiche / controlli si fanno con gli stivaloni e, se necessario, con ulteriori mezzi ed attrezzature. Un sopralluogo sul Magra avrebbe immediatamente fatto vedere la condizione di criticità della pila. Devo aggiungere che, i Ponti, in generale, e quelli ad ARCO, in particolare, hanno un linguaggio di funzionamento che non tutti i tecnici conoscono. Bellissimo, ma un po' complicato, che i tecnici incaricati dall'ANAS hanno dimostrato di non conoscere.
Un saluto a Francesco Di Benedetto, Francesco Sessa, Giorgia Nardone e a tutti altri che mi hanno posto domande sull’argomento trattato. Domande alle quali spero di aver dato chiare risposte.
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